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Yoga Sutra – Lezione 2

STRUTTURA DEL TESTO

Poiché Gli Yoga Sutra sono il testo di base dello yoga, essi contengono tutto ciò che si deve sapere sullo yoga e quindi sull’ uomo, sulla coscienza,  sui poteri della mente, sulla materia e sull’universo. In 196 aforismi e pochissime parole, abbiamo accesso ad una conoscenza infinita, senza limiti, se non quelli presenti nella nostra mente. I 196 Sutra sono suddivisi in quattro capitoli, ogni capitolo ( Pada ) è chiamato con il nome dell’argomento principiale di cui si occupa

I  capitolo – Samadhi Pada

II capitolo – Sadhana Pada

III capitolo – Vibhuti Pada

IV capitolo – Kaivalya Pada

In questa e nella prossima lezione parleremo dello schema generale dell’opera, in modo da avere fin dall’inizio, una visione di insieme del suo contenuto e degli argomenti di cui parleremo nelle prossime lezioni.

I  capitolo – Samadhi Pada

Poiché la tecnica essenziale dello Yoga è il Samadhi, Patanjali, già nel primo capitolo, descrive lo stato di coscienza al quale arrivare attraverso la pratica (sadhana) dello yoga inferiore.

Il Samadhi è uno stato di coscienza molto particolare e difficilmente esprimibile con le parole, è in generale uno stato in cui la nostra coscienza è connessa con il tutto, con l’oggetto osservato, uno stato in cui sparisce la differenza tra chi osserva e la cosa che è osservata. In questo stato si sperimenta la beatitudine, la connessione con il Tutto, la conoscenza infinita della Verità ultima.

Nei primi sutra Patanjali si occupa della natura generale dello yoga, dandone una definizione e spiegandone lo scopo. A questo proposito parlerà delle Vritti e cioè delle modificazioni a cui la nostra mente è sottoposta e di come fare a raggiungere uno stato di tranquillità e quiete del pensiero. Le pratiche consigliate sono principalmente due Abhyasa e Vairagya e cioè la pratica costante dello yoga e del distacco.

Nei sutra successivi viene data una definizione dei due tipi principali di Samadhi (samprajnata e asamprajnata samadhi) e vengono descritti i percorsi attraverso i quali ripulire il sistema corpo-mente e infine ottenere l’esperienza del Samadhi. Il Samadhi non è solo uno, ce ne sono diversi in progressione ascendente.

In seguito viene esposto un metodo alternativo allo yoga vero e proprio, che è il totale abbandono all’Ishwara (pura coscienza) e il raggiungimento della connessione con quest’ultimo attraverso la pratica dell’Aum. Descrive poi quali siano gli ostacoli verso questo progresso, i metodi per armonizzare la mente e infine descrive la natura dei due Samadhi più avanzati (Sabija e nirbija Samadhi).

II capitolo – Sadhana Pada

La parola Sadhana significa pratica yogica o sforzo continuo, quindi questo capitolo descrive le pratiche che quotidianamente dobbiamo compiere per raggiungere il Samadhi.

Questo capitolo ci parla del perché sia necessario praticare lo yoga, in esso si compie una analisi della vita umana e del motivo per cui l’uomo vive l’esperienza della miseria e della sofferenza.

La prima parte del capitolo espone l’argomento dei Klesa (afflizioni, tensioni). E’ una teoria molto complessa che deve essere compresa profondamente prima di intraprendere la strada dello yoga. Viene descritto come eliminare i Klesa e quale sia lo scopo di questa eliminazione.

Nei sutra centrali del capitolo, vengono affrontati i seguenti temi: il conoscitore e il conosciuto, la consapevolezza e la mancanza di consapevolezza, la via verso la conoscenza intuitiva.

Nei sutra finali vengono esposti i primi cinque rami dello yoga di Patanjali composto da otto pratiche (Ashtanga Yoga) che sono :

YAMA – codice sociale

NIYAMA – codice personale

ASANA – pratica delle posture

PRANAYAMA – controllo dell’energia vitale (prana)

PRATYAHARA – ritiro dei sensi

Queste pratiche sono tutte esterne (bahiranga) e hanno lo scopo di preparare l’aspirante fisicamente, mentalmente, sentimentalmente e moralmente alla pratica dello yoga superiore.